NUOVA DEFINIZIONE DI RIFIUTO URBANO E TARI – Decreto Legislativo n.116 del 3 settembre 2020.

Dal 01/01/2021 è applicabile la nuova definizione di “rifiuto urbano” introdotta dal D.lgs. n.116 del 03/09/2020, che modifica quanto dettato dall’art. 183 del D.lgs.152/2006. In particolare, viene superata la definizione di “rifiuto assimilato” e vengono definiti come rifiuti urbani anche quelli indicati nell’elenco rifiuti urbani riportato di seguito prodotti dalle attività elencate nell’elenco sottostante. Tutti i rifiuti non classificabili come “urbani” sono da considerarsi “speciali” (con conseguente necessità di compilazione del registro di c/s e dei formulari di trasporto). Si evidenzia che nell’elenco delle attività che possono produrre rifiuti urbani non sono presenti le attività industriali.

Conseguentemente a tale modifica, verranno modificate le superfici soggette a TARI, identificate come le aree aziendali nelle quali possono essere prodotti rifiuti urbani. Potrebbe inoltre variare il numero di contenitori messi a disposizione dell’azienda per la raccolta differenziata comunale, proporzionalmente alle superfici dichiarate e alla loro destinazione d’uso.

Dalle prime indicazioni avute dai gestori della raccolta dei rifiuti urbani, in attesa di chiarimenti da parte del Ministero dell’Ambiente, risulta che per le attività industriali le aree soggette a TARI saranno quelle relative a uffici, servizi igienici, spogliatoi, mense, aree ristoro e magazzini di prodotto finito, mentre reparti produttivi e magazzini delle materie prime saranno esclusi dal conteggio (si presume che in queste aree vengano prodotti esclusivamente rifiuti speciali).

Nei prossimi mesi potrebbero giungere alle attività produttive, sia artigianali che industriali, richieste da parte del gestore della raccolta dei rifiuti urbani, per l’aggiornamento delle planimetrie aziendali. Le richieste riguarderanno in particolare dimensione e destinazione d’uso dei vari locali. In tal caso vi invitiamo a reperire una planimetria aggiornata del Vostro stabilimento e l’ultima fattura relativa alla TARI e a contattarci per una consulenza specifica.

Si riportano di seguito l’elenco dei rifiuti urbani di cui all’allegato L-quater e l’elenco delle attività che producono rifiuti urbani di cui all’allegato L-quinques del D.lg.116/2020.

Elenco rifiuti urbani (allegato L-quater)

Frazione Descrizione Codice CER
Rifiuti organici Rifiuti biodegradabili di cucine e mense 200108
Rifiuti biodegradabili 200201
Rifiuti dei mercati 200302
Carta e cartone Imballaggi in carta e cartone 150101
Carta e cartone 200101
Plastica Imballaggi in plastica 150102
Plastica 200139
Legno Imballaggi in legno 150103
Legno, diverso da quello di cui alla voce 200137* 200138
Metallo Imballaggi metallici 150104
Metalli 200140
Imballaggi compositi Imballaggi materiali compositi 150105
Multimateriale Imballaggi in materiali misti 150106
Vetro Imballaggi in vetro 150107
Vetro 200102
Tessile Imballaggi in materia tessile 150109
Abbigliamento 200110
Prodotti tessili 200111
Toner Toner per stampa esauriti diversi da quelli di cui alla voce 080317* 080318
Ingombranti Rifiuti ingombranti 200307
Vernici, inchiostri, adesivi e resine Vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 200127 200128
Detergenti Detergenti diversi da quelli di cui alla voce 200129* 200130
Altri rifiuti Altri rifiuti non biodegradabili 200203
Rifiuti urbani indifferenziati Rifiuti urbani indifferenziati 200301

Elenco attività che producono rifiuti urbani (allegato L-quinques)

  1. Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto.
  2. Cinematografi e teatri.
  3. Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta.
  4. Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi.
  5. Stabilimenti balneari.
  6. Esposizioni, autosaloni.
  7. Alberghi con ristorante.
  8. Alberghi senza ristorante.
  9. Case di cura e riposo.
  10. Ospedali.
  11. Uffici, agenzie, studi professionali.
  12. Banche ed istituti di credito.
  13. Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli.
  14. Edicola, farmacia, tabaccaio, pluri-licenze.
  15. Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato.
  16. Banchi di mercati beni durevoli.
  17. Attività artigianali tipo botteghe: parrucchiere, barbiere, estetista.
  18. Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, elettricista
  19. Carrozzeria, autofficina, elettrauto.
  20. Attività artigianali di produzione di beni specifici.
  21. Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub.
  22. Mense, birrerie, hamburgerie.
  23. Bar, caffè, pasticceria.
  24. Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari.
  25. Pluri-licenze alimentari e/o miste.
  26. Ortofrutta, pescherie fiori e piante, pizza al taglio.
  27. Ipermercati di generi misti.
  28. Banchi di mercato generi alimentari.
  29. Discoteche, night club.